domenica 14 agosto 2011

occorrono decisioni serie, non pannuccelli caldi

trovare 45 miliardi in due anni, é un obbiettivo apparentemente risolutivo, ma anche se si trovasse la saggezza e il coraggio di approvare questo provvedimento, ai noi, si rivelerà insufficente,perchè non ha risolto il debito, che resta il mostro che era, ingigantito dalla incapacità di creare ricchezza, per l'atmosfera rarefatta dalla paura e dalla mancanza di mezzi.
Sarebbe più fruttuoso e politicamente più corretto, l'istituire l'ORA lavorativa gionaliera gratuita, a favore dello stato, aumentando, a parità di salario, di sei ore, le ore settimanali attuali. Il provvedimento farebbe aumentare del 10% la produttività, a discapito soltanto della Happy hour, che dovrebbe spostare l'inizio.
Per la completa soluzione del problema del debito, insisto a dire che come nella lotta giapponese, si dovrà usare la forza e la famelica ricerca di guadagno, della Finanza Internazionale, offrendo la sostituzione volontaria dei titoli del debito, con le azioni della società dello Stato, divenuta proprietaria della Nuda Proprietà a 20 anni del patrimonio dello Stato, inteso nella sua totalità, quindi comprendendo quello delle Regioni, dei Comuni o Enti,che possono assicurare la rendita di almeno il 10%, come indicato nel mio post precedente "tremonti si é incamminato sulla strada giusta"
Questi due provvedimenti potrebbero farci tornare a prosperare, e forse a divenire una picccola locomotiva economica, senza lacrime e sangue, lasciando integri i cuori dei politici.
Mi permettete di sognare che qualcuno mi ascolti?





venerdì 1 luglio 2011

come correggere la ripatizione del reddito nazionale

il reddito nazionale, secondo alcuni calcoli, prodotto sino al mese di maggio, è destinato all'erario, per quasi tutte le sue necessità,il restante è diviso, per ulteriori 4 mesi, all'abitazione, in tutte le sue forme ed ciò che residua deve bastare per tutte le altre necessità. E una divisione insensata, dovuta da una parte ad uno stato pletorico ed inefficiente, e dall'altra all'utilizzo errato del diritto di proprietà immobiliare. E evidente che l'erario pesa troppo e si tenta di ridimensionarlo, con scarsi risultati. Il semplice ricorso massiccio ai diritti reali di proprietà immobiliare a tempo determinato potrebbe facilmente ridimenzionare il peso dell'abitazione di almeno la metà, e potrebbe contribuire a ridurre il debito pubblico e quindi anche il prelievo dell'erario.
visita i miei post precedenti

sabato 7 maggio 2011

pubblicazione del mio libro ebook

il 13 maggio, le Bruno editore srl di Roma, leader nel settore della editoria digitale, pubblicherà il mio libro INVESTIRE NELLE NUDE PROPRIETA, che assieme allo usufrutto a tempo determinato, sono la forma piu conveniente di utilizzo della proprieta immobiliare, che permettono di liberare risorse economiche, che possono riverberare un effetto benefico su tutta la economia.
maggiori notizie dal sito dello bruno editore http://www.autostima.net/

giovedì 13 gennaio 2011

Tremonti si è incamminato sulla via giusta?

il Messaggero del 13 gennaio in un articolo di Rossella Lama, ha resa pubblica "l'operazione verità" promossa dal Ministro Giulio Tremonti, e riporta le parole del ministro che afferma "dal patrimonio pubblico può arrivare un buon aiuto al risanamento dei conti. ma serve una fotografia aggiornata, con i cespiti valutati ai prezzi di mercato valutati ai prezzi di mercato. "la conoscenza e la gestione informata del patrimonio pubblico - scrive il Ministreo dell'Econimia Giulio Tremonti in unarecente circolare inviata a tutte le amministrazioni pubbliche - può contribuire al contenimento del deficit e alla riduzione del debito pubblico."

E ricorda che entro il 31 gennaio, ministeri, enti locali e le altre amminisrazioni pubbliche dovranno spedire al Tesoro la comunicazione degli immobili in loro possesso. I tempi per il censimento sono stretti. i dati che affluiranno al ministero di via xx settembre servoranno per elaborare un "conto Patrimoniale a valori di mercato.....


Dal 30 marzo il Tesoro sarà in grado di avviare il mio progetto di trasformazione del debito pubblico, usando quella stessa forza finanziaria che ora ci minaccia e che ci costringe ad aumentare il tasso di interesse da offrire, per il rinnovo dei titoli in scadenza.

il 04/03/2010 ho spedito al Ministro questa mael:
Da: agrimmagenzia@libero.it
A: "PRES-TREMONTI"
Data: 04/03/2010 19:26
Allegati: mael ai ministri Word.doc (39.1 KB);
Il peso del debito pubblico inibisce ed ammorba l’azione di governo, crea tensioni e senso di impotenza. Così come si è costruito nel tempo rappresenta un impegno di pagamenti inderogabili che lo Stato non è certo di poter onorare puntualmente. La ricerca di liquidità mediante l’emissioni di “cambiali” che non si è certi di poter pagare, offre il fianco alla speculazione internazionale, come sta concentrando sulla Grecia, e non è più compatibile con l’esistenza di ingentissimi capitali che in libertà vagano nel mondo globalizzato, e che se concentrati possono anche provocare il crollo della costruzione Europea, e l’affossamento dell’€uro.

I termini sono sempre gli stessi, già conosciuti in casi simili verificati in precedenza; se si riduce il debito pubblico con nuove tasse e con tagli alla spesa pubblica, si provoca una deflazione che renderà impossibile di rientrare dal debito e comporterà un suo incremento pari ad un multiplo del reddito lordo.

E’ evidente che la crisi del sistema, che rischia di divenire fuori controllo, richiede una soluzione che non sia un semplice artificio contabile, ma che sia frutto di una nuova visione alla quale dovrebbe improntare l’azione dello Stato, un nuovo sistema che permetta di procurarsi i mezzi finanziari occorrenti a ridurre il debito pubblico senza dover ricorrere ad un nuovo indebitamento, all’aumento della pressione fiscale, e che possa al tempo stesso essere di soccorso all’economia con un possibile e sano incremento della spesa pubblica. L’obiettivo è possibile.

La sovradimensionata quantità di titoli del debito pubblico, non dovrebbero essere “posti in quarantena” come dalla Stampa qualcuno già suggerisce di fare, dopo essersi accorti che l’aiuto dato alla banche, soprattutto degli USA, non ha fatto altro che aggravare il debito pubblico, che si è accollato una buona parte del debito privato.

La maggior parte possibile dell’attuale debito pubblico dovrà invece essere enucleata dalle poste passive del bilancio dello Stato e dovrà andare a fare parte delle sue poste attive, perché sarà stata trasformata in una attività virtuosa fonte di reddito, alla cui partecipazione risulterà più conveniente e più sicuri per il creditore/sottoscrittore dei titoli del debito pubblico ora in circolazione.

Questa iniziativa potrà sterilizzare il Debito Pubblico ed eliminare l’effetto negativo che ora riverbera sull’azione di Governo, a prescindere dal suo colore o dalla sua abilità.
Sino a quando senza esaminare con laicità e senza pregiudizi il problema partendo da una visione diversa che possa offrire una soluzione a tutta la complessa materia, e si cercherà la soluzione continuando a ricorrere alle ormai spuntate vecchie formule, mettendo in atto rimedi applicabili solo in teoria, la soluzione è e resterà impossibile

Il Debito Pubblico Italiano, e non solo, dovrà trasformarsi da un centro di spesa in centro di ricavo:
Ad una società per azioni di diritto privato posseduta totalmente dal Tesoro, si dovranno trasferire in conto capitale la Nuda Proprietà degli immobili dello Stato più adatti allo scopo, mentre lo Stato manterrà su di essi, per 20 anni il diritto di Usufrutto a tempo determinato.

Al momento della cessione, il valore dei due diritti di proprietà è il 50% del valore di perizia dell’intero immobile, quindi le azioni di questa società per azioni, rappresentative della Nuda Proprietà di questi immobili, al momento della emissione rappresentano il 50% del valore della Piena Proprietà.

Queste azioni gradatamente, sino alla scadenza dell’Usufrutto, aumenteranno di valore sino a tornare a rappresentarne il 100% del valore degli immobili che formano il capitale, e oltre a raddoppiare di valore avranno anche recuperata automaticamente tutta l’inflazione verificatasi nel periodo.

Questa riunione dei due diritti, in unico diritto di Piena Proprietà avverrà al ventesimo anno, con i valori immobiliari aumentati costantemente, anno per anno: del 55,837% per l’inflazione tecnica, considerata al 2,79% all’anno e per l’arricchimento del 155,87% dovuto alla confluenza della parte di valore degli immobili già trattenuta dall’Usufrutto, che avrà avuto anche questa lo stesso incremento di valore.

La rendita globale nei venti anni sarà del 211,674%, pari al 10,58% l’anno, salvo maggiori fiammate a cui il mercato immobiliare ci ha abituati negli ultimi 60 anni.
E’ evidente che tutti si rivolgerebbero a queste azioni convertendo gli attuali vari titoli del debito pubblico posseduti, nessuno ne manterrebbe più in portafoglio, e nessuno ne comprerebbe altri perché, nella migliore della ipotesi potrebbero rendere un terzo, e non sarebbero così sicuri. In effetti la media dei rendimenti a novembre 2008 è: per i BOT del 3%, per i BTP del 4% e per CCT del 3,4%.

Ad esempio, se questa operazione si fosse conclusa nel 2008, quando il debito pubblico era di 1.650.622.000.000 Euro, e se si fossero reperiti immobili che valevano almeno il doppio, selezionati tra i 50.000 immobili posseduti in Italia dallo Stato nel suo complesso, oltre quelli posseduti all’estero, tutti i titoli del Debito Pubblico potrebbero essere sostituiti dalle azioni di questa Società per Azioni, azzerando di fatto il Debito stesso.

Lo Stato Australiano, non possiede direttamente immobili, di nessun genere. Sono tutti di proprietà di una società di diritto privato a capitale pubblico, e funziona benissimo.

Le azioni della società del Tesoro, che possiede le azioni della società per azioni proprietaria del diritto di Nuda Proprietà degli immobili, potrebbero essere quotate in Borsa, e potrebbero essere acquistate per costituire garanzia anche presso Banche, bandi di gare di appalto e costituzione di Capitale Sociale, e sarebbe un vero mezzo per capitalizzare e garantire pensioni ed assicurazioni sulla vita, sarebbero scambiate con i titoli del Debito pubblico, sino all’esaurimento dello stesso, con una procedura di favore.

Le vendite di queste azioni si concluderebbe al prezzo del momento fissato dal listino di Borsa, che sarà aumentato sempre più per l’approssimarsi della scadenza dell’Usufrutto e per la rivalutazione tecnica degli immobili.

Il Tesoro si troverebbe subito alleggerito del pagamento del 3% all’anno per gli interessi, mediamente dovuti per il Debito Pubblico globale, e non dovrebbe più pagare cinquanta miliardi l’anno per interessi.
(ora siamo arrivati a quota 80 miliardi l'anno!)

In 20 anni risparmierebbe almeno mille miliardi di euro, che potrebbe destinare allo sviluppo della Economia ed al rinnovo delle Infrastrutture.

Nulla sarebbe cambiato per gli attuali occupanti di questi immobili ceduti, che continuerebbero ad occuparli senza soluzione di continuità.
Il bilancio pubblico Italiano non dovrebbe più mostrare l’enorme debito che attualmente lo affligge, e diverrebbe il più sano della UE. La disponibilità di mezzi finanziari che sarebbero messi a disposizione, potrebbero realmente farci divenire una piccola locomotiva economica.

Il Ministro dello Sviluppo Economico, se si adottasse questo semplice mezzo di correzione del mercato immobiliare, potrebbe rinnovare, anno per anno, le infrastruttura del Paese, imprimendo quella ventata di modernità e di efficienza che le magre finanze attuali impediscono di attuare.
Un programma di opere pubbliche, ben finanziato dalle risorse liberate dal fardello del Debito, sarebbe uno dei sistemi raccomandato dagli economisti più avveduti, per uscire dalla crisi.

Anche di queste nuove realizzazioni, lo Stato dovrebbe trattenere l’Usufrutto ventennale, e per alimentare il mercato delle Azioni della Società dello Stato, cedere al prezzo di mercato la Nuda Proprietà a tempo determinato alla sua SpA, rientrando in questo modo della spesa fatta per la costruzione ed incamerando il delta tra il prezzo di costruzione ed il valore di mercato. Questa operazione se ben condotta potrebbe restituire la maggior parte della spesa fatta.

In pratica il rinnovo delle infrastrutture del Paese, si potrebbe completare ogni venti anni, e oltre a non costare niente allo Stato, gli permetterebbe di creare una importante fonte di reddito.

La liquidità del bilancio così creata, comporterebbe un avanzo primario sicuramente consistente, e potrebbe offrire le risorse occorrenti ad una più accorta politica di protezione sociale, con l’erogazione di consistenti sussidi alla disoccupazione, che permetterebbero una più fluidificata mobilità del lavoro, con tutte le conseguenze positive che ne deriverebbero a tutto il sistema Paese.

Si supererebbe di fatto, la strenua ed ideologica difesa dell’ art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, capziosamente e puntigliosamente condotta anche dalla Magistratura, che è costretta a sostenere tesi avvolte paradossali.
Nessuno avrebbe più interesse a restare forzatamente ancorato ad un posto di lavoro, se facilmente può trovarne un altro, magari a migliori condizioni.

Con la diminuita tensione sulla conservazione dei posti di lavoro, la norma sulla giusta causa in materia di licenziamenti, tornerebbe a regolare i casi dove realmente é stato infranto il principio.
Riteniamo di avere solo accennate le immense possibilità offerte dal mercato immobiliare, che abbiamo esaminato da una diverso angolo visivo.
A volte la soluzione è semplice e vicina.
Mario Manzo
Spero proprio che si sia deciso a darmi ascolto!